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  • Immagine del redattoreAlice Arduino

Ritratti di donne. La fotografia al femminile di Annie Leibovitz


La fotografa Annie Leibovitz

Nel panorama delle donne fotografe, Annie Leibovitz è sicuramente la più conosciuta, colei che è riuscita ad avere successo fotografando numerosi personaggi artistici tra cui attori e musicisti, differenziandosi per il suo stile. Tra le personalità di rilievo immortalate vi sono Jhon Lennon, Demi Moore, Whoopi Goldberg, Angelina Jolie, Leonardo Di Caprio, Sting, Bruce Springsteen, Lady Gaga, Miley Cyrus, Meryl Streep, Naomi Watts, Judi Foster, Charlize Theron, Scarlett Johansson fino a fotografare la Regina Elisabetta II in abiti formali.


La sua carriera inizia quando collabora con la rivista Rolling Stone dal 1970 al 1983. Si occupa di fotografare le grandi rockstar in tournée e le sue immagini con prospettive insolite dati da punti di vista nuovi, la portano a diventare la fotografa ufficiale del gruppo musicale Rolling Stone. Il suo lavoro consacra la sua immagine di professionista, arrivando a collaborare diverse volte con Lavazza e Pirelli, entrambe note per i loro calendari, realizzati in collaborazione con fotografi affermati e di talento.


Il lavoro di Annie Leibovitz si caratterizza per i numerosi ritratti dati alla figura femminile. Le donne sono spesso il centro del suo lavoro, le immortala cercando di narrarle nella loro spontaneità scavando a fondo e andando oltre l’obiettivo della macchina fotografica. Nonostante le figure principale siano celebrità famose, le racconta nell’aspetto più intimo e umano, come persone e non come icone. Per questo le sue immagini risultano originali, insolite, rendendo i suoi scatti memorabili.


L’edizione 2016 del Calendario Pirelli ha come protagoniste tredici donne che hanno raggiunto traguardi importanti nella vita professionale, sociale, culturale, sportiva e artistica tra cui l’atleta numero uno al mondo, Serena Williams, l’attrice comica, Amy Schumer, Yao Chen, prima ambasciatrice cinese dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR); la top model russa Natalia Vodianova, fondatrice dell’organizzazione filantropica Naked Heart Russia, la musicista e performer 80enne, Yoko Ono solo per citarne alcune. Le immagini in bianco e nero non mostrano modelle perfette, ma donne di varie età e nazionalità che hanno in qualche modo portato il loro beneficio nel mondo e che si sono distinte.


Nel 1983 lascia il Rolling Stone e inizia a collaborare con Vogue e Vanity Fair, contribuendo a realizzare i ritratti più significativi della fotografia contemporanea. Negli anni conoscerà Susan Sontag, sua compagna di vita, scrittrice e critica d’arte statunitense, una delle donne che segnò con più forza la cultura americana attraverso i suoi scritti di natura artistica, sociale e politica e che ispirerà il suo lavoro fotografico negli anni.

Con lei attraverso l’inseminazione artificiale avrà tre figlie e la loro relazione durerà fino al 2004, anno della morte di Susan per cancro. Il loro rapporto non è stato soltanto amoroso ma anche professionale e di reciproca ispirazione. I loro viaggi insieme da una parte all’altra del mondo, raccogliendo pensieri e fotografie, le porteranno a creare un’opera intitolata “Beauty Book” che raccoglierà tutti gli elementi che secondo loro sono significativi per una rappresentazione del concetto di arte.



Cate Blanchet fotografata da Annie Leibovitz

Nel 1999 nasce la pubblicazione di Women, un intero volume dedicato alla figura femminile in tutte le sue sfaccettature che comprende le immagini scattate da Annie Leibovitz e il saggio scritto da Susan Sontag. L’opera ha l’obiettivo di affermare la forza femminile al pari di quella maschile, facendo così crollare la retrograda immagine della superiorità dell’uomo. Qui le donne escono dagli stereotipi, dei canoni di bellezza classici e del lavoro e di tutto ciò in cui la società le rilega. Nel libro la nudità viene presentata solo in pochi scatti e non come un’ostentazione di sensualità, bensì per rappresentare ed enfatizzare la loro forza. Esse non sono vittime passive delle regole e delle convenzioni dettate dalla società, ma si mostrano senza vergogna e fiere di quello che sono e fanno.


Non saprei nemmeno definire l’idea di bellezza. Forse non si tratta neppure di un motivo estetico, direi che mi piace raccontare con le mie fotografie quello che queste donne hanno fatto e quello che sono” dice Annie in una intervista del 2016, fatta per il Corriere della Sera.

La morte di Susan porterà Annie a un lungo periodo riflessivo. Per ricordarla si lancia in un nuovo progetto volto a raccogliere immagini che ritraggono la sua vita privata, con la famiglia, gli amici, le sue figlie e con Susan. Il lungo lavoro vedrà la luce nel libro intitolato A Photographer’s Life.


Questo libro di poche parole ci spiega semplicemente che è tutta quanta la fotografia (la sua storia, la sua ambiguità) che dobbiamo accettare, senza snobismi, se vogliamo avere in cambio qualcosa da lei. La fotografia che inganna e quella che rivela, quella che racconta e quella che finge, quella che inquieta e quella che appaga, sono in fondo la stessa cosa: lo specchio fatato che lusinga le nostre brame e, sull’altra faccia, quello impietoso che ci svela la nostra fragilità” . Intervista di Michele Smargiassi per il suo articolo “Segreti di famiglia”, pubblicato nell’inserto culturale La Domenica di Repubblica.



Nel 2007 le viene commissionato un grande progetto dalla Walt Disney per promuovere “L'anno dei milioni di sogni" dei Parchi Disney: Disney Dream Portraits. Ancora una volta, volti celebri diventano i suoi soggetti, immedesimandoli nei panni dei cartoni animati: Jennifer Lopez e March Anthony immortalano Aladin, Russel Brand Capitan Uncino, Scarlett Jhoansson Cenerentola, Whoopi Golberg il Genio della Lampada, Julienne Moore Ariel nella Sirenetta, Queen Latifa in Ursula, Jhonny Deep e Patty Smith nei panni dei Pirati, Alec Baldwin e Olivia Wilde nella regina di Biancaneve, Penélope Cruz e Jeff Bridges in la Bella e la Bestia e tanti altri. In questi ritratti grazie alla tecnologia della post produzione con colori brillanti e sfondi fantastici e surreali carichi di pathos, riuscirà a trasmettere tutta la magia delle fiabe. La sua perfezione nella ricerca del dettaglio e dello studio di set monumentali per la creazione delle immagini, faranno si che il lavoro vedrà la sua realizzazione compiuta dopo due anni.



La matrigna di Biancaneve. In foto Alec Baldwin e Olivia Wilde

La bravura di Annie Leibovitz non è solo nella tecnica fotografica quanto nella incredibile capacità di entrare in empatia con i soggetti rappresentati nella loro forma più intima e umana e spogliandoli della loro aurea di leggende famose nel cinema americano. I suoi ritratti sono diversi da come un vip di Hollywood viene rappresentato/a e contengono in sé una carica emotiva molto forte, meno iconico e più vero, mostrandosi davanti all'obbiettivo senza trucco. Whoopie Golberg presenta il suo lato comico ed esuberante in una vasca da bagno piena di latte, Cate Blanchett sorridente e spensierata in bianco e nero in bicicletta, Uma Thurman diva femme fatale anni Quaranta ma semplice e spontanea, Nicole Kidman in una espressione compiaciuta e raccolta in stile anni Ottanta e Novanta.


La sua attenzione per mondo femminile si vede anche nei ritratti in posa quando decide di rifarsi ad opere artistiche e quadri d rilievo, prendendo ispirazione da artisti come Gustav Klimt, Henri Matisse,Vincent Van Gogh, Rene Magritte. Questo lavoro la porterà ad essere la prima donna ad esporre alla Washington National Portrait Gallery degli Stati Uniti.

Nel 2011 la sorella Barbare realizza il documentario sulla sua biografia Annie Leibovitz: Life Through A Lens offrendo un ritratto a tutto tondo dell’artista in cui lo spettatore prende confidenza con la fotografa e con la sua quotidianità, partecipando alla sua vita privata e professionale. Seguirà anche una mostra Pilgrimage in cui compaiono fotografati luoghi e oggetti importanti della sua vita, mettendo a nudo altri aspetti della sua personalità.

Il carisma e la bravura della Leibovitz sono evidenti in tutti i suoi lavori. E la sua grinta e determinazione che racconta lei stessa con le parole della sua defunta compagna:


“… Susan mi ha insegnato anche a credere in quello che facevo: sei grande, diceva, ma puoi essere ancora più grande”.


Annie Leibovitz è una pietra miliare. Ancora oggi all’età di 72 anni continua a stupirci con le sue immagini fotografiche continuando con la sua creatività ed energia a portare valore in un settore lavorativo costituito prevalentemente da uomini, in cui però, la sua figura ormai consolidata, non fatica ad farsi notare ed emergere.





APPROFONDIMENTI:


Annie Leibovitz e Susan Sontag: due facce della stessa medaglia”. Tesi di Laurea di Massimo Bortolazzo 2016/2017


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