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  • Immagine del redattoreAlice Arduino

World Press Photo 2017


Antonio Gibotta - Agenzia Controluce

Dal 3 al 26 novembre a Torino, sarà possibile osservare le migliori fotografie internazionali vincitrici del concorso World Press Photo. Sede della mostra, il Mastio della Cittadella, una fortezza pentagonale voluta da Emanuele Filiberto e costruita nel 1564 da Francesco Paciotto.


Simbolo della capitale sabauda, il Mastio, sorge a sud-ovest del quadrato romano, con una posizione strategica dal punto di vista urbanistico in grado di condizionare tutti i successivi progetti di ampliamento della città e costituendo un elemento qualificante della struttura urbana di Torino, fino allo smantellamento delle fortificazioni della stessa cittadella alle soglie dell’unificazione nazionale. Il Mastio fu anche il luogo della resistenza sabauda dall’assedio dei francesi nel 1706. Le truppe nemiche tentarono di entrare in città dai sotterranei e furono fermati dall’impresa eroica del soldato Pietro Micca che si fece eroicamente esplodere con circa 20 chili di polvere da sparo, impedendo l’avanzamento dalle gallerie. Dal 1893 la fortezza ospita il Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria.



In questo contesto aulico, sorge il Word Press Photo, concorso fotografico nato ad Amsterdam nel 1955 per tutelare la libertà di informazione ed espressione, promuovendo il foto-giornalismo di qualità. Fotografi di fama internazionale che lavorano per grandi testate come Time, Le Monde, New York Times, The Guardian e National Geographic si contendono ogni anno il premio. Su circa 80mila foto realizzate da 5034 fotografi, sono solo 150 le immagini selezionati per essere esposte.


La mostra, rappresenta, dunque, un viaggio per immagini tra gli avvenimenti più rilevanti del nostro tempo, divise in categorie (Contemporary Issues, Environment, General News, Long-Term Projects, Nature, People, Sports, Spot News). Vincitore assoluto del 2017 è Burhan Ozbilici, fotografo turco di Associated Press, con la sua An Assassination in Turkey - Mevlüt Mert Altıntaş. L'immagine, scattata da Burhan Ozbilici subito dopo l'omicidio avvenuto ad Ankara il 19 dicembre 2016 durante l’inaugurazione di una mostra, ritrae l’assassino, un poliziotto fuori servizio subito dopo aver sparato all’ambasciatore russo, Andrey Karlov.



Quattro gli italiani premiati: Antonio Gibotta, secondo premio Daily life con lo scatto “Infarinati”, Francesco Comello terzo premio Daily life con “Isola della salvezza”, Alessio Romenzi terzo premio per la sezione General news con “Non prendiamo prigionieri” e Giovanni Capriotti vincitore del primo premio per la categoria Sport sezione ‘Storie’ con un reportage sulla squadra di rugby gay-friendly canadese, i Muddy York Rugby Football Club.

Il potere della fotografia non è solo raccontare il mondo, ma anche saperlo fare in maniera poetica e comunicativa. Da menzionare due fotografi nella Categoria Sport, (1° Premio Foto Singola, Regno Unito), Tom Jenkins che rappresenta un disarcionamento a cavallo. I colori dei vestiti del fantino (pantaloni bianchi e camicia rossa) contrastano lo scuro della natura e portano lo spettatore a concentrarsi sui suoi movimenti, la testa nascosta dietro alla coda di cavallo, invece, enfatizza il futuro impatto e la caduta a terra. In uno scatto Jenkins ha rappresentato il corpo sospeso in aria e i movimenti del fantino, esprimendo la crudezza nel mondo dell’equitazione. Darren Calabrese (Canada) realizza un reportage in bianco e nero sul CrossFitt raccontando gli allenamenti dell’atleta senza braccia, Lindsay Hilton che ha adattato alle sue esigenze, con pezzi di ferramenta, gli attrezzi da lei usati. Lindsay si è classificata nelle prime cinque posizioni nelle gare Adaptive Seated RX degli Open Internazionali di CrossFitt. Dalle immagini si evince la passione, forza e determinazione dell’atleta.



Daniel Berehulak

Categoria “Progetti a lungo termine”, Valery Melnikov, (1° premio, Russia) sul conflitto Russia – Ucraina. Valery documenta la gente comune intrappolata nella spirale della violenza, come donne, bambini e anziani che pagano il prezzo più alto di una guerra, assistendo alla morte dei propri familiari, amici e alla distruzione delle proprie case. Le sue fotografie hanno uno sfondo scuro e cupo e i colori come il fuoco, il cielo o i vestiti degli abitanti creano un contrasto con l’atrocità subite. Il 3° premio va a Markus Jokela (Finlandia) che raffigura una piccola comunità del Nebraska, Table Rock, documentando le vicende ordinarie della vita quotidiana dei suoi cittadini, dal cane con la zampa mozzata, la consegna della posta, un incidente d’auto, le ragazze pon-pon della squadra regionale. Lo scorrere della vita, diventa il centro dei suoi scatti, ponendo l’attenzione sui nostri gesti, emozioni e relazioni sociali.


Nella sezione Natura, Brent Stirton (1° Premio Reportage, Sudafrica) sul bracconaggio dei rinoceronti. Toccante la foto di un rinoceronte morto trovato senza corno che contiene in sé la crudeltà dell’uomo verso gli animali. Ami Vitale (2° Premio Reportage, Stati Uniti) si concentra sugli sforzi realizzati dalla Cina per proteggere il Panda un animale in via d’estinzione. I custodi delle riserve naturali di Wolong, indossano costumi da Panda per ridurre al minimo l’esposizione al contatto umano degli animali in procinto di essere rilasciati in natura. La fusione tra uomo e natura e il rispetto verso la specie animale, rendono le immagini poetiche, dolci e sensibili, nonché bizzarre per i costumi indossati.


Nella Sezione News il tema del dramma dei bambini diventa centrale: 1° Premio Foto Singola di Laurent Van der Stockt, Francia, rappresenta una bambina terrorizzata davanti alla sua casa mentre le squadre antiterrorismo delle forze speciali irachene perquisiscono le abitazioni in un quartiere di Mosul, in Iraq. La paura e l’innocenza sono espresse dal volto in lacrime e dal corpo con le braccia alzate, simbolo di impotenza e sofferenza. Abd Doumany (2° Premio, Foto Singola, Siria) mostra bambine siriane in ospedale gravemente ferite dopo i bombardamenti aerei e di artiglieria. Il sangue sul corpo e lo sguardo inerme creano tensione nello spettatore che rimane immobile davanti all’atrocità della guerra. Due foto indicative e piene di pathos che vogliono far riflettere sugli eventi narrati.


Da citare anche il progetto di Daniel Berehulak (1° Premio Reportage, Australia) sull’offensiva antidroga lanciata dal presidente filippino Rodrigo Duterte che ha ordinato interventi repressivi con morti e uccisioni, violando secondo Amnesty International i diritti umani, con esecuzioni sommarie per mano di civili e polizia, provocando circa 7.025 vittime in soli 7 mesi. La sua fotografia si basa sul contrato dei colori, delle luci rosse delle sirene, dei locali e dal sangue, al buio della notte in cui avvengono le esecuzioni. La luce colpisce e plasma i soggetti osservanti la scena e quelli inermi a terra.


Tutte le 150 fotografie esposte, puntano a far riflettere lo spettatore sulle tragedie che ogni giorno accadono nel mondo. È sicuramente questa la potenza delle immagini esposte, nonché il vero valore e la missione della fotografia. Da queste immagini l’osservatore non rimane passivo, ma coinvolto emotivamente. Così facendo il World Press Photo si conferma essere uno degli eventi artistici di maggior impatto che riesce a raccontare la vita, grazie alla qualità e professionalità dei suoi fotografi.


Il World Press Photo Torino è organizzata da Cime, con il sostegno del brand Lancia Ypsilon e il patrocinio del Comune di Torino e Regione Piemonte. Durante il periodo della mostra, sarà possibile partecipare a numerosi dibattiti, incontri con fotoreporter internazionali, reading e presentazioni di libri.


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